La rappresentazione “Viaticus oltre i confini” è stata pensata per condurre lo spettatore ad una riflessione sull’importanza del viaggio inteso nelle sue innumerevoli sfaccettature: viaggio della conoscenza, viaggio della speranza, viaggio della consapevolezza di sé, insomma un viaggio oltre consueti confini.
Il nostro viaggio inizia in un luogo tipico dei viaggiatori: una stazione nella quale si ritrova un signore elegante in frac inquieto e pensieroso, quasi perso nel nulla. Un uomo smarrito che pare abbia perso la via e la voglia di viaggiare, non sa dove andare e perché. In suo aiuto arrivano quattro donne che rappresentano i punti cardinali, pronte a ricordargli quanto sia bello viaggiare, spostarsi da un luogo all’altro rievocando le imprese di grandi viaggiatori del passato.
L’ambientazione poi, prendendo spunto dall’opera “La Tempesta” di William Shakespeare, si sposta su un’isola nella quale una furiosa burrasca, scatenata dalla magia del duca che la abita, la fa diventare luogo di approdo di una serie di viaggiatori, ognuno dei quali partito e imbattutosi in mare per motivi diversi. Ciascuno porta con sé il significato di un viaggio unico e del tutto personale.
Approderanno una profuga che racconta di come abbia sfidato la sorte in mare per fuggire alla morte certa nel suo paese, Gulliver uomo d’affari superstite dopo la scoperta di un nuovo popolo alquanto bizzarro, Mister Fogg celebre viaggiatore del giro del mondo in soli 80 giorni, l’uomo misterioso in frac della stazione, giunto a fare capolino su quell’isola come a curiosare e a dare appena una sbirciatina ed infine, nella quinta scena, arriverà Judith, la sorella immaginaria di Shakespeare ideata da Wirginia Woolf (scrittrice inglese dei primi del ‘900) alla quale, in quanto donna e mai esistita, non resta altro che viaggiare con la fantasia, creare storie e ambienti tra cui questa stessa isola. Finiti i racconti di questi straordinari viaggiatori la scena ritornerà alla stazione dell’esordio in cui, finalmente, l’uomo in frac rivelerà il perché di tutte le sue perplessità presentandosi per ciò che è realmente, svelando la sua identità. Anche lui, come tutti gli altri viaggiatori approdati sull’isola, è frutto della letteratura e preciserà soprattutto la necessità di vivere viaggi fisici, concreti e non rifugiarsi in un mondo virtuale facile approdo dell’età contemporanea. Il vero senso del viaggiare verrà finalmente palesato, affermandone così tutta la sua straordinaria valenza per l’umanità, nelle varie possibilità che questo offre.
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